A tentoni

Parole col cuore

Parole col cuore


Il cieco nato descrive così il suo 'caso': LUI mi ha posto del fango sugli occhi, IO mi sono lavato e ci vedo. Non è Gesù che fa il miracolo, ma è il cieco, che comincia a vedere quando si decide a camminare nel buio e a tentoni.
È assurdo quello che Gesù gli dice: “Va' alla piscina!”: è pericoloso! è cieco! Gli chiede di camminare nel buio, col fango tappa gli occhi già bui. Così deve camminare dentro ciò che lo blocca. Capita anche a noi: non si vede nulla. Il Signore ha posto il fango del disorientamento sul nostro immobilismo frenetico.
In una chiesa vuota, percepisco la cecità. Poi penso che è stata fatta e abbellita coi sacrifici dei nostri avi. E qui sono custodite le voci di tanti cuori con canti di lode o lacrime amare, tante suppliche e ringraziamenti. Proviamo a dialogarci...
Parlarmi di te, amica colonna: sei un blocco di pietra, eppure sei forza di sostegno. Il tuo segreto sta nell'essere insieme agli altri. Non c'è equilibrio se ciascuno non è al suo posto, vicino e distante dagli altri. C'è unità nella differenza.
Parlarmi di te, amico arco, romanico tondo per avvolgere o gotico acuto per slanciare. Insegnami ad essere legame. Il tuo segreto sta nel tenderti. Aiutami a non stancarmi mai, come te, ad alzare le mani verso il cielo ed allungarle verso gli altri.
Parlami di te, amico quadro: mi ricordi quanto Dio accompagna la grande storia del mondo e le piccole storie di ciascuno. Sei la “Bibbia dei poveri”, ma anche il racconto del sorriso di Dio nelle vicende della nostra quotidianità.
Parlarmi di te, amico pavimento: con la tua raffinatezza conduci al centro e fai scoprire accanto. Su te, tante orme seguite, passi fatti, a volte pure sgambetti o pestate (date e avute), altre volte ricordi tracce di qualcuno che manca.
Parlami di te, amica ombra: la penombra di una chiesa è piena nel suo essere silenziosamente vuota. Per vedere l’invisibile c’è bisogno di vuoto, così mi insegni ad allargare mente, sguardo e cuore. Assenza è doppia presenza.
Parlami di te, amica porta: consegni ali per volare alto e radici per tornare. Sei chiusa davanti a me, come tra me e gli altri: fammi recuperare la vista oltre il buio, camminare a tentoni per ritrovare me stesso e gli altri. E scoprirò chi è Dio per me. 
“Si può perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia è quando un adulto ha paura della luce”

 

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